Zenith System: nuovo originale approccio alla mastoplastica additiva
Pubblicato sul numero di agosto della prestigiosa rivista medica Aesthetic Plastic Surgeryl'importante studio clinico prospettico di fase III concernente il nuovo metodo di progettazione e realizzazione per mastoplastica additiva con protesi anatomiche, nello specifico ad extra-proiezione e di tipo dual-gel, basato sullo speciale "Zenith System" applicato alla chiurgia del seno.
Traduzione italiana dell'ABSTRACT del lavoro scientifico (originale in lingua inglese, copyright Aesthetic Plastic Surgery). Leggi qui
Introduzione:Le protesi extra-proiettate Natrelle 510 appartengono a una nuova generazione di impianti in silicone per l’aumento del seno. Uno studio prospettico svolto da un singolo chirurgo si è prefissato di: a) investigare le caratteristiche peculiari della nuova protesi, i risultati ottenibili e la percentuale di complicanze operatorie; b) definire un nuovo approccio alla mastoplastica additiva focalizzato su una nuova prospettiva ed appropriato metodo di misurazione anatomica, denominato in modo originale col termine disistema Zenith (Zenithsystem).
Metodi:Da Dicembre 2004 a giugno 2010, 75 donne (per un totale di 150 protesi) furono arruolate in 4 coorti: 1) mastoplastica additiva primaria (66.7%); 2) mastopessi-additiva primaria (17.3%); 3) secondaria sostituzione di protesi, precedentemente inserite. (9.3%); 4) secondaria sostituzione protesi + mastopessi (6.7%). Il sistema Zenith per selezionare la protesi al seno correla ilpunto di massima proiezione della protesi, denominatoVertice-zenith, alla posizione delcapezzolo. L’approccio chirurgico includeva: 1) tasca appositamente delimitata per avvolgere la protesi, con tecnica preferibilmente sottomuscolare dual-plane; 2) Vertice della protesi programmato 1-2,5 cm sotto la posizione del capezzolo (angolo di variazione zenith, 12°-23°) e posto in relazione ad una distanza fra capezzolo e solco inframammario di 7-7,5cm, misurata a estensibilità massima della pelle, e corrispondente a una distanza di 4-5cm fra due linee, la trasversale capezzolo-sterno e quella inframammaria; 3) solco inframammario spostato verso il basso minimamente, per non alterare la naturale armonia di questo elemento estetico del seno femminile; 4) vertice a +/-1 dal capezzolo; 4) ottimizzazione degli effetti biomeccanici fra: a) dinamica dei tessuti molli della mammella, b) pressione generata dal più denso (altamente coesivo) gel di silicone e c) contro-pressione generata dal muscolo gran pettorale; tutto allo scopo di espandere la cute del polo inferiore. L’autore ha coniato questo termine per dare un senso all’insieme di questi effetti: la “dynamic tension”.
Risultati:Medio follow-up di 26,5 mesi (range 6-72); in 20 donne, il follow-up fu più lungo, oltre 3 anni (media 50 mesi) con un elevato successo (grado di soddisfazione delle donne, 90,8%). Questo grado di soddisfazione fu inferiore solo in pazienti con ptosi del seno e quindi con un grado di difficoltà maggiore in partenza. La preservazione del solco inframammario fu possibile nel 60% delle protesi impiantate mentre le modificazioni del solco furono eseguite nel 40% per uno spostamento verso il basso stimato in 0,80cm +/-0,45 e comunque minimo rispetto ad altri metodi utilizzati in passato nelle mastoplastica. La frequenza globale di complicazioni fu del 16.6% per protesi: imperfetta guarigione o cicatrizzazione della ferita chirurgica (7%), rotazione della protesi minima rispetto alle esperienze chirurgiche già pubblicate (2,6%, ma solamente 1% dopo mastoplastica additiva primaria), pieghe (rippling) (2%), contrattura capsulare (1,3%), cedimento sottomammario (bottoming-out) (0,6%). La percentuale di re-interventi fu molto bassa, 6%, di cui 3,3% furono revisioni chirurgiche delle cavità contenenti la protesi.
Conclusioni: Per impiegare queste protesi ed utilizzare questo nuovo sistema è necessario avere una maggiore esperienza acquisibile soltanto attraverso adeguata curva di apprendimento, maggior coinvolgimento ed educazione della paziente, attenta selezioni dei casi, una pianificazione centrata sul rapporto Capezzolo-Vertice (Zenith system), ed una affinata manualità chirurgica. Indicazioni/e controindicazioni furono analizzate nello studio. I risultati cosmetici furono largamente in armonia con differenti forme di seno, ed in particolare eccellenti quando riferite al seno piccolo, con proiezione scarsa, di donne snelle (con basso BMI).